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domenica, novembre 23, 2008

Pro at cooking (aka Il cuoco misogeno)



You are a bitch and are fired.

Mi sono imbattuto in Dave spulciando gli showcast all'interno di Miro mentre ero alla ricerca di qualche video esplicativo su come assemblare una bomba al plastico. Dave è un singolare individuo protagonista di uno show di cucina, Pro at Cooking, in cui prepara dei piatti (il più delle volte immangiabili per la quantità di chili che ci butta dentro) in compagnie delle sue assistenti-oggetto che vengono sistematicamente maltrattate e licenziate alla fine di ogni episodio.
Apparte il fatto che le ricette contengono alcuni errori madornali di preparazione culinaria, lo show ha un non so che di magnetico per via delle simpatiche scenette che vedono protagonisti il buon Dave e questo branco ragazze che sembrano uscite da un teen-porn movie (hanno quasi tutte una pagina myspace dove tra l'altro potete infamarle proprio come fa Dave...mitico). Insomma se siete amanti di cucina e misogeni questo è il format (oltre a che tempo fa su RAI3) che fa per voi.....

martedì, settembre 23, 2008

Circo-lo Teatro del sale cibreo città aperta 2002

Il teatro del sale è un posto dove gli intellettuali di firenze possono mascherare la loro voracità bestiale con l'interesse (chiaramente di facciata) per la cultura. Ma è anche un posto dove gente con lo stomaco sfondato come il sottoscritto riesce facilmente a placare la propra fame.
In questo club (per entrare ci vuole una dannatissima tessera da intellettualoide) si puo' letteralmente morire per eccesso di cibo.
Una volta pagato l'ingresso (colazione pranzo o cena, chiaramente i prezzi variano) si puo' mangiare a volonté tutto quello che esce dalla cucina ( cuochi compresi se uno si porta una motosega). La qualità del cibo è buona (un po' grezza alle volte e ripetitiva), sulla quantità, come detto, dipende dalla capienza del proprio stomaco.
La sera l'ingresso oltre alla scorpacciata stile la grande abbuffata, comprende anche uno spettacolo (musica/teatro) intellettualoide.
Sui prezzi: 10 euro (mi pare) per la colazione, 15 del pranzo, 25 lasera (con spettacolo).


Questo posto raggiunge alti valori di bombardabilità già leggendo il nome: Circo-lo Teatro del sale cibreo città aperta 2002. Ma che cazzo di nome è? manco un dislessico. "città aperta 2002"? ma che vordì? sembra il nome di una squadra di calcio del campionato di eccellenza...
Toponomastica creativa permettendo, se siete siete degli intellettualoidi o a digiuno da mesi questo è il posto che fa per voi..... Io ci faccio un salto solo quando il mio tasso di sopportazione per queste cazzo di trovate da intellettuali è decisamente alto (solitamente è proporzionale alla fame) con tanto di domopack e sacchetti da frigo per fare scorta delle maialaio di roba che portano a ripetizione. A suo tempo mi dissero che la colazione merita parecchio se uno vuole iniziare la giornata col botto (in alternativa tirate il C3 fuori dal frigo)...ma sfortunatamente non sono mai riuscito ad andarci.
Per quanto riguarda gli spettacoli: da evitare la roba di teatranti tronfi (dupalllle). Ogni tanto pero' passano qualcosa di interessante per quanto riguarda la musica.

PS:Il teatro del sale è uno di quei tipici luoghi che fanno andare in orgasmo celebrare le orde di turisti americani che infestano la città alla ricerca di cibo, come le sorridenti signorine nella foto qui sopra...complimente ai gestori una vera trappola per topi.

domenica, giugno 03, 2007

Wagamama


Wagamama: una catena inglese di fast (ma non "so fast") food in salsa orientale (minimal). Il loro motto è "positive eating positive living" in perfetta sintonia con le tendenze alimentari "pop-chic" di questo inizio millennio. Ha ristorianti praticamente sparsi ovunque sul globo (apparte che in Italia). Il piatto forte ovviamente sono i Ramen (in varie tipologie e stili), ma in generale il menù è una rivisitazione della tradizione orientale (più prettamente giapponese), scremata delle componenti più "esotiche". I ristoranti hanno un design molto minimale con cucine a vista e camerieri che indaffarati portano zuppiere fumanti piene di ramen e affini. Il grande successo del fenomeno Wamagama è culminato addirittura nella pubblicazione di due libri (del primo vedete la copertina qui sopra) di grande successo editoriale. Al proprio interno vi trovate gustosissime ricette curate da Hugo Arnold in persona: chicken chili ramen, o chicken gyoza, cha han, ebi yakitori, chili beef ramen etc etc. Corredato di un DVD video con alcune ricette filmate e spiegate passo passo, il libro si avvale della prestigiosa introduzione di Papa Benedetto XVI, che prima di diventare massimo rappresentante della santa sede, ha avuto una lunga esperienza come capo cuoco del primo wagamama di londra nei primi anni novanta in cui si narra abbia inventato la celebre mistura "wagamama sallad dressing sauce" (di cui sembra custodisca gelosamente la ricetta) usata per insaporire le ostie durante le messe in San Pietro.


Trovare questo ristorante a Dublino è stata una vera impresa: ci sarò passato davanti una decina di volte prima di riuscire a capire che stava sotto il livello della strada. Dopo tutta la fatiche che ho penato mi sono potuto permettere di prendere una sola tazza di Ramen perché avevo furia per andare per concerti nella città dei folletti..che sfiga... cmq Avere una sorella ha i suoi lati positivi, soprattutto quando torna da Dublino con questo bel libriccino in regalo per il sottoscritto. Una bella sorpresa.
Ad essere sincero ero scettico all'inizio, poi mi son dovuto ricredere: avro' oramai provato una 15a di ricette e son tutte venute benissimo: perferibile avere un wok ma non è necessario avere tutti gli ingredienti richiesti (che cmq sono quasi tutti reperibili). Postero' qualche ricetta da questo tomo tratta (corredata di foto (ovviamente osé)) prossimamente.

mercoledì, marzo 28, 2007

Cous Cous



Cous Cous: o cus cus (in italia) è una pietanza a base di farina di semola molto diffusa nella cultura culinaria nel nord Africa. Le prime testimonianze scritte circa l'esistenza di tale pietanze risalgono al XIII secolo nel mondo arabo, mentre in quello cattolico se ne ha notizie solo dal 1600 dc. La rapida diffusione di questo tipo di cibo nel continente africano ha trasformato il cous cous in piatto "tipico" e "identificativo" di tali zone (come la pasta per l'Italia) che col passar del tempo si è legato anche alla cultura religiosa delle popolazioni (nomadi e non) che le popolano. Il cous cous (del diametro di un millimetro o più (dipende dalla zona)) è costituito da piccoli grani di semola che, secondo tradizione, vengono cotti a vapore ed utilizzati come accompagnamento per condimenti a base di verdure o carne. La sua diffusione nel mondo occidentale è stata rapida, tanto che in alcune zone (vedi Sicilia) il cous cous è diventato un piatto della tradizione culinaria. In Nord America è addirittura nata una setta i cui sforzi sono votati alla protezione e conservazione del Cous Cous (di cui tra l'altro credono di essere inventori). Questa setta, che vanta molti seguaci negli stati USA meridionali si chiama appunto "Cous Cous Clan" ed i suoi adepti sono soliti riunirsi segretamente la notte, incappucciati, per fare delle vere e proprie celebrazioni con tanto di spuntino e grigliata. Il famoso cappuccio bianco a forma di cono caratteristico è, come molti ignorano, un cappello da chef avveneristico di cui i soci della setta fanno sfoggio e blasone durante le cerimonie. Spesso bollati come integralisti, si racconta che non molto tempo fa bruciassero vivi i consumatori di pastasciutta.

Bene Bene ho deciso di affiliare questo blog alla succitata setta per farne il suo punto di riferimento in Italia. Capirete l'emozione che provo in questo momento dopo anni e anni di riunioni clandestine (rigorosamente incappucciati), retate della polizia e boicottaggio da parte della Barilla: finalmente usciamo allo scoperto... Aspettatevi dunque qualche ricettina esplosiva a base di cous cous... (per le ricette al napalm e plutonio bisogna aspettare che blogger non le consideri come un contenuto "inadatto")
Tutti gli smaniosi che bramano l'affiliazione a tale gruppo devono seguire il pentagramma delle regole d'oro del buon membro (insomma questa roba qui sotto):

1) riciclare l'immagine del marchio (qui in fondo nella barra a destra) e inserirla dove più gli piace (preferibilmente fuori dai propri pantaloni)...

2) munirsi di un cappuccio bianco a forma di cono da esibire senza vergogna e con orgoglio in luoghi pubblici

3) costruirsi (almeno) 1 box gigante pieno di cous cous nella propria dispensa dentro cui immergersi una volta alla settimana (se c'è il trampolino meglio)

4) Possedere una Tjine aerografata con la faccia di benedetto XVI (preferibilmente nella parte inferiore)

5) spedire 1000 lettere anonime alla settimana a Clemente Mastella con la frase "se ne vadii" (questo è facoltativo...)

detto questo sono aperte le campagne di affiliazione....

AGGIORNAMENTO: facendo una ricerca su google mi sono accorto or ora che esiste già una associazione omonima the cous cous clan. Il fondatore si chiama Chef Kumale (enogastronautagiornalistaetcetc...), ha una rubrica sul venerdi di repubblia e cura numerose attività "culino-divulgative" (ma si dice così???)... un vero e proprio caso di omonimia (anche se la mia associazione manca di un "The")....qualcuno si azzarderebbe a parlare di plagio... staremo a vedere chi l'avrà vinta. Io dal canto mio ho già schierati i miei avvocati (e un paio di cecchini difronte a casa sua)... vediamo chi la spunta!

sabato, febbraio 03, 2007

Pasta alla amatriciana



Pasta alla amatriciana: rinomato condimento per pasta (bucatini o spaghetti) nata ad Amatrice (paesino umbro che stranamente si trova nel Lazio). Gli ingredienti originali alla base di tale condimento sono: guanciale, pecorino, pepe ed olio. Da non confondere con la più celebre (ma spesso erroneamente confusa di nome) pasta alla “matriciana”(forse nata a roma), che al posto del guanciale ha la pancetta e in più aggiunge cipolla e sugo di pomodoro. La disputa circa l’originalità della ricetta parte proprio da qui: a Roma si sostiene che la “amatriciana” sia una versione più povera ( come amano dire a Roma) della ricetta alla “matriciana” da loro inventata. Nel piccolo comune montano di contro, sostengono alacremente (e probabilmente hanno ragione) che è la “amatriciana” ad aver dato i natali alla versione più soffisticata fatta nella capitale.
Pittoreschi e conviviali eventi vengono organizzati per celebrare la pasta alla matriciana (in entrambe le versioni): il festival della pasta alla amatriciana di Amatrice (in agosto), quello a Roma al campo de’ fiori e la grande spaghettata di beneficenza indetta in Vaticano dove fior di mangiatori sfidano all’ultimo bucatino il santo padre Benedetto XVI (campione in carica ormai già da due anni).

Ecco a voi la ricetta originale della famosa pasta all'amatriciana. L'unica, genuina guai a chi sgarra. Diffidate delle imitazioni (soprattutto da quelle provenienti dalla cina): questa è la ricetta degli antichi pastori di amatrice, prima della cipolla e prima del pomodoro. Parola di un autentico Amatricese che all’ultimo salone del Gusto di Torino ha imbastito una amatriciana (usando l’inconfondibile guanciale di amatrice) con i deliziosi spaghettoni del pastificio Cavalieri, nello stand del suo presidio. Il sottoscritto ovviamente grazie a i soliti pass fasulli ed agganci altolocati in slowfood è riuscito ad imbucarsi e a gustarsi questa leccornia:

X1 persona
qualche fetta di guanciale (preferibilmente diverso da quello che avete nel soggiorno)
1 etto di spaghetti (di quelli buoni..tipo pasta cavalieri)
pecorino stagionato (con quello di fossa ho provato e non viene malaccio)
1 spicchio d'aglio
un goccio di vino bianco olio sale e pepe

Molto facile.. Portare l'acqua ad ebollizione. In una Padella oliata fare rosolare i guanciale tagliato a pezzettoni con l'aglio vestito (nella ricetta originalissima non ci andrebbe...), badando che diventi quasi croccante (ma occhio che se no si brucia!!). Una volta che la pasta è vicina all'essere al dente scolarla nellapadella col guanciale per ultimare la cottura. Aggiungere il vino (anche questo non ci andrebbe) un mestolo di acqua di cottura, pepe e iniziare a grattare il pecorino a go go mescolando e saltando continuamente. Quando il sugo si sarà rappreso spengere il fornello e grattare altro pecorino e servire

lunedì, aprile 24, 2006

Paccheri asparagi melanzana e menta


Per far fronte alla sempre maggior invasione-infestante di asparagi che sta affliggendo la zona in cui vivo mi sono impegnato a cucinarli in ogni modo possibile immaginabile: asparagi lessi, fritti, al forno, in camicia, in frittata etc. Stavo addirittura vagliando la possibilità di metterli nel serbatoio della mia macchina, incuriosito dalla possibilità che possano funzionare come biodisel....
L'altro giorno quando pensavo di averli smaltiti tutti mia mamma torna a casa con un ennesimo mazzo di proporzioni funerarie di asparagi di campo.... sebbene in un primo momento sia stato tentato da mangiare lei al posto dei simpatici cosetti verdi, la vicinanza di una melanzana fresca di supermercato e dei paccheri mi ha fatto cambiare idea
servono

5 asparagi (se sono piccoletti)
100 grammi di paccheri o pasta di grande formato
1/4 di scalogno
qualche cima (se sono piccole, senno basta una) di finocchietto selvatico
due fette di melanzana spesse 5 mm
della menta
sale pepe
vino bianco
pinoli
1 mamma (se come me ne avete abbastanza di asparagi)

tagliare lo scalogno a fette sottilissime e strappare i pelucchi verdi dal finocchietto. Ridurre le fette di melanzane a dadini piccoli mentre portate a ebollizione l'acqua per gli asparagi. Mettere i dadini (in piccole quantità (massimo due cucchiai) in una padella antiaderente e accendere il fornello a manetta. Quando inizieranno a diventare prima bianchi, poi leggermente sfumati di arancione, toglieteli dalla padella che riempirete con altri due cucchiai di dadini (e così via fino a quando non saranno finiti). nel frattempo Lessate gli asparagi (pochi minuti, se volete gli potete pure cuocere a vapore) e dopo un paio di minuti buttate la pasta nella stessa pentola. Mettere una padella unta (puo' essere la stessa in cui avete fatto i dadini) sul fuoco con i pelucchi di finocchietto, e lo scalogno.. dopo aver rosolato bene coprire con un po' di vino bianco e gli asparagi (quasi lessi) ridotti a listarelle. Dopo un minuto buttateci pure i paccheri al dente e un po' di acqua di cottura. cospargete con un po' di menta e del pepe e altro vino bianco (Se vi piace). Infine mettete pinoli e i dadini di melanzana. Saltare (meglio se non in aria) un po' a fuoco vivo e servire...