domenica, giugno 03, 2007

Wagamama


Wagamama: una catena inglese di fast (ma non "so fast") food in salsa orientale (minimal). Il loro motto è "positive eating positive living" in perfetta sintonia con le tendenze alimentari "pop-chic" di questo inizio millennio. Ha ristorianti praticamente sparsi ovunque sul globo (apparte che in Italia). Il piatto forte ovviamente sono i Ramen (in varie tipologie e stili), ma in generale il menù è una rivisitazione della tradizione orientale (più prettamente giapponese), scremata delle componenti più "esotiche". I ristoranti hanno un design molto minimale con cucine a vista e camerieri che indaffarati portano zuppiere fumanti piene di ramen e affini. Il grande successo del fenomeno Wamagama è culminato addirittura nella pubblicazione di due libri (del primo vedete la copertina qui sopra) di grande successo editoriale. Al proprio interno vi trovate gustosissime ricette curate da Hugo Arnold in persona: chicken chili ramen, o chicken gyoza, cha han, ebi yakitori, chili beef ramen etc etc. Corredato di un DVD video con alcune ricette filmate e spiegate passo passo, il libro si avvale della prestigiosa introduzione di Papa Benedetto XVI, che prima di diventare massimo rappresentante della santa sede, ha avuto una lunga esperienza come capo cuoco del primo wagamama di londra nei primi anni novanta in cui si narra abbia inventato la celebre mistura "wagamama sallad dressing sauce" (di cui sembra custodisca gelosamente la ricetta) usata per insaporire le ostie durante le messe in San Pietro.


Trovare questo ristorante a Dublino è stata una vera impresa: ci sarò passato davanti una decina di volte prima di riuscire a capire che stava sotto il livello della strada. Dopo tutta la fatiche che ho penato mi sono potuto permettere di prendere una sola tazza di Ramen perché avevo furia per andare per concerti nella città dei folletti..che sfiga... cmq Avere una sorella ha i suoi lati positivi, soprattutto quando torna da Dublino con questo bel libriccino in regalo per il sottoscritto. Una bella sorpresa.
Ad essere sincero ero scettico all'inizio, poi mi son dovuto ricredere: avro' oramai provato una 15a di ricette e son tutte venute benissimo: perferibile avere un wok ma non è necessario avere tutti gli ingredienti richiesti (che cmq sono quasi tutti reperibili). Postero' qualche ricetta da questo tomo tratta (corredata di foto (ovviamente osé)) prossimamente.

Thomas Allen


Ci sono troppi fotografi che si prendono sul serio al mondo.. una purga sterminatrice non sarebbe una cattiva idea....

....poi invece ci sono dei fenomeni.... tipo questo Thomas Hallen

lunedì, maggio 21, 2007

Starcraft 2



Noooooooooooooooooooooooooooooooooo


Sono rovinato.....se il gioco esce prima che mi laureo sono rovinato..
Chi fosse interessato si facci una giratina sul sito di Starcraft 2 (tra l'altro decisamente innavigabile) l'attesissimo nuovo giochillo di casa Blizzard.... io praticamente l'ho già messa come nuova homepage predefinita del mio browser al posto di bigtitsmaturenynpho.com (un bellissimo sito sugli origami).
Scusate la brevità ma devo correre in bagno a toccarmi per l'euforia..

PS: W i Mutalisk

sabato, maggio 05, 2007

Slow Fish



Ho scoperto che mi piace il pesce

Ebbene si.... domani si va a Genova. Il sottoscritto è oramai un "abitué" di tutte le manifestazioni di un certo prestigio che si svolgono in Italia (a cominciare dalla sagra del tortello di Sagginale, visitata per il 1° di maggio). Domani tocca a Slowfish: la fiera sul consumo critico e sostenibile del pesce. Una cosa è certa, quando c'è da mang... hem da arricchirsi culturalmente sono sempre in prima linea, armato di stuzzicadenti e bicchiere di plastica.

PS: Per l'occasione andro' vestito con un sobrissimo abito da babbo natale (ideale per nascondere e rubare tranci giganti di salmone affumicato).

domenica, aprile 29, 2007

Puertorico


Signore e signori ecco a voi il gioco dei giochi, oramai da anni in testa alle classifiche dei migliori e più giocati boardgame al mondo (secondo solo dopo il Twister giocato con Giuliano Ferrara). Puertorico vi vede vestire i panni dei primi coloni europei sbarcati in america centrale. Il vostro scopo è quello di guadagnare più punti prestigio presso la madrepatria rispetto algi altri giocatori, costruendo e sviluppando una vera e propria colonia: con campi da coltivare, industrie di manifattura dei prodotti raccolti, edifici e strutture che danno bonus e facilitano l'arricchimento. Durante i round della fase di gioco ogni giocatore a ruota puo' scegliere i servizi offerti dai vari enti presenti nel gioco (il giocatore che effettua la prima scelta cambia ad ogni round, e lo stesso servizio non puo' essere selezionato due volte nello stesso round) : il costruttore per edificare, il contadino per creare nuove coltivazioni, il produttore per attivare eventuali processi di estrazione delle materie coltivate, il commerciante che permette di vendere le scorte di materie raccolte, il capitano che riempe le stive delle navi che devono tornare in europa con tali prodotti etc etc. La meccanica del gioco è molto elaborata e le strategie sono strettamente legate alla tipologia di edifici costruibili e che vengono scelti prima dell'inizio del gioco dai giocatori stessi.
Decisamente un signor gioco, molto più complicato del già citato Caylus, e molto divertente da giocare in 5 (da 3 in giù perde molto di giocabilità). Il gioco, al contrario di quanto si dica non è completamente esente da fortuna, (soprattutto nelle prime fasi di gioco e con determinate costruzioni edificabili).


Quando si finisce di giocare abbondante fumo esce dalle orecchie: moltissime le variabili da tener di conto in questo giochillo, forse troppe, c'è da andar via di testa. Come se non bastasse duricchia abbastanza e non contate di avere le idee chiare subito alla fine della prima partita. Ci vogliono almeno 3o4 partite di rodaggio a questo gioco prima di iniziare a capirci qualcosa. Se poi si aggiunge il fatto che sono stati sfornati uno sciame di nuove costruzioni con le nuove edizione allora la comprensione si fa ardua, se non a tratti improba. Unica nota: manca la possibilità di fare "ecatombe di civiltà mesoamericane".....speriamo che rimedino con qualche altra espansione futura.

venerdì, aprile 20, 2007

Abolito il limbo



Lo avevano preannunciato....ed oggi è arrivata la notizia. Ufficiale

Il Papa ha definitivamente e ufficialmente abolito il Limbo. La mia domanda a questo punto è: cosa faremo adesso ai party estivi?...non poteva abolirlo in autunno?

Trattoria la madonnina




In trasferta a Milano per qualche giorno mi domandavo (mentre arrancavo alla ricerca del museo Forma per la fotografia nella zona dei Navigli) se esistesse in questa benedetta città qualche posto dove uno possa mangiare bene, tranquillamente e spendere poco. Proprio mentre rimuginavo passo accanto ad un negozio di memorabilia e orologi con sulla porta degli adesivi slowfood. Visto che dopo qualche metro non ho incontrato nessun coniglio parlante alto due metri mi son convinto che infondo il mio apparato nervoso non era così irrimediabilmente compromesso e son tornato indietro. Con mio grande stupore quello che sembrava un innocuo negozio di cianfrusaglie si è rivelato essere una "tipica trattoria" (qualsiasi cosa voglia dire) milanese..super segnalata da slowfood (osterie d'italia) e michelin. Mi sono riproposto di farvi ritorno dopo la visita alla mostra di Cartier Bresson. E così è stato: spinto dalla logorante "fame da turista" sono ritornato sui miei passi e sono entrato in quello che all'apparenza sembrava un negozio di cianfrusaglie. Ad accoglliermi all'entrata un coniglio parlante alto due metri che mi ha fatto accomodare in una sala popolata da folkloristici individui e vecchietti intenti a trangugiare polenta e baccalà. Nel menu' capeggia la croccantissima cotoletta alla milanese, ma anche gustosi primi a 3 euro e 50. Tutto molto buono ( il dolce cremoso al torrone provocava dipendenza) e soprattutto poco caro. Da provare.


Ci son stato una sola volta...ma ci tornero' senz'altro, visto che si trova proprio a 100 metri dal centro forma della fotografia (e a qualche buon sexy shop di mia conoscenza). Trovarlo (per puro caso) è stata una vera manna dal cielo. Inoltre qui ho mangiato per la prima volta una vera e autentica cotoletta alla milanese, cosa non da poco considerando che oramai in quasi tutti i ristoranti di milano il piatto tipico ha qualcosa a che fare col Sushi...

bon ap!

Trattoria la madonnina su 2spaghi

martedì, aprile 10, 2007

Cous Cous di casablanca



L'ultima tecnica che ho sviluppato per dissimulare le sbirciatine indiscrete a sbafo allo scaffale delle copiose riviste osé presenti nella edicola del paese, è quella di far finta di essere interessato alla vetrinetta immediatamente sottostante, che per l'appunto è riservata alla cucina. Per destare ancora meno sospetti sono stato costretto a comprare una quantità enorme di riviste e libri di cucina che mensilmente escono. E' stato proprio così che ho messo le mani sul (pratico) volume della cucina africana dell'enciclopedia della cucina edita da Repubblica. Anche se non si trova nemmeno una foto di formose danzatrici col ventre devo ammettere che il volumetto in questione è davvero ben fatto. La ricetta che vi propongo è davvero da leccarsi i baffi (se non li avete usate quelli finti) e sebbene nutra forti dubbi circa l'originalità del nome con cui è presentata, ve la ripropongo qui sotto paro paro a come l'ho fatta in più di un occasione.


x1 persona

x il sugo
2 falde di peperone
mezza zucchina piccola
mezza melanzana piccola
1 pomodoro
1 patata piccola
1 spicchio d'aglio
mezza cipolla
80 cl di olio
un cucchiaio di miele
una manciatina di maggiorana
rosmarino (una stecchetta)
alloro
sale e pepe
vino bianco

x il cous cous
70 grammi di cous cous
10g burro

Accendere il forno a 180°. Tagliare: il peperone in 2 (se le falde sono grossotte), la zucchina in 4 parti, la melanzana in 6 parti, il pomodoro in 4, la patata a fiammiferi (non tanto piccoli), la cipolla grossolanamente. Versare il tutto in una pirofila da forno con l'alloro, il rosmarino e la maggiorana. Emulsionare il miele nell'olio e irrorare con la mistura ottenuta tutte le verdure. Salare (abbondantemente) pepare mettere nel forno a cuocere per un ora (vedete voi la cottura delle verdure)... dopo 10 minuti che sta dentro, prima che diventi troppo bollente l'olio spruzzare un po' di vino nella pirofila. Durante la cottura girare spesso le verdure con un mestolo e dopo un po' togliere sia il rosmarino che l'alloro prima che si carbonizzino..
Adesso mentre aspettate che si cuociano le verdure si puo' procedere alla cottura del cous cous (se avete una vaporiera o una couscousseria tanto meglio): portate a ebollizione una pentola con acqua salata e disponete il cus cus in una casseruola abbastanza larga. Versare l'acqua bollente sul cus cus fino a ricoprirlo e tappare con un coperchio.. dopo qualche minuto riaprite e controllate il cus cus....se è ancora parecchio crudo ed ha assorbito tutta l'acqua versatecene un altro po.. In totale deve riposare 10 minnuti, dopodichè va scolato (se c'è ancora acqua non assorbita). Sciogliere nel microonde il burro (o nel forno se state ancora cuocendo le verdure), ungere con un dito uno stampino da forno e riempirlo con il cus cus.. coprirlo con la stagnola e metterlo a cuocere per una 20ina di minuti nel forno con le verdure a 180°. Cercate di far tornare i tempi..

servite il cus cus diradato con una forchetta (o inserito dentro un impiattatore) con le verdure e il sughetto.

mercoledì, marzo 28, 2007

Cous Cous



Cous Cous: o cus cus (in italia) è una pietanza a base di farina di semola molto diffusa nella cultura culinaria nel nord Africa. Le prime testimonianze scritte circa l'esistenza di tale pietanze risalgono al XIII secolo nel mondo arabo, mentre in quello cattolico se ne ha notizie solo dal 1600 dc. La rapida diffusione di questo tipo di cibo nel continente africano ha trasformato il cous cous in piatto "tipico" e "identificativo" di tali zone (come la pasta per l'Italia) che col passar del tempo si è legato anche alla cultura religiosa delle popolazioni (nomadi e non) che le popolano. Il cous cous (del diametro di un millimetro o più (dipende dalla zona)) è costituito da piccoli grani di semola che, secondo tradizione, vengono cotti a vapore ed utilizzati come accompagnamento per condimenti a base di verdure o carne. La sua diffusione nel mondo occidentale è stata rapida, tanto che in alcune zone (vedi Sicilia) il cous cous è diventato un piatto della tradizione culinaria. In Nord America è addirittura nata una setta i cui sforzi sono votati alla protezione e conservazione del Cous Cous (di cui tra l'altro credono di essere inventori). Questa setta, che vanta molti seguaci negli stati USA meridionali si chiama appunto "Cous Cous Clan" ed i suoi adepti sono soliti riunirsi segretamente la notte, incappucciati, per fare delle vere e proprie celebrazioni con tanto di spuntino e grigliata. Il famoso cappuccio bianco a forma di cono caratteristico è, come molti ignorano, un cappello da chef avveneristico di cui i soci della setta fanno sfoggio e blasone durante le cerimonie. Spesso bollati come integralisti, si racconta che non molto tempo fa bruciassero vivi i consumatori di pastasciutta.

Bene Bene ho deciso di affiliare questo blog alla succitata setta per farne il suo punto di riferimento in Italia. Capirete l'emozione che provo in questo momento dopo anni e anni di riunioni clandestine (rigorosamente incappucciati), retate della polizia e boicottaggio da parte della Barilla: finalmente usciamo allo scoperto... Aspettatevi dunque qualche ricettina esplosiva a base di cous cous... (per le ricette al napalm e plutonio bisogna aspettare che blogger non le consideri come un contenuto "inadatto")
Tutti gli smaniosi che bramano l'affiliazione a tale gruppo devono seguire il pentagramma delle regole d'oro del buon membro (insomma questa roba qui sotto):

1) riciclare l'immagine del marchio (qui in fondo nella barra a destra) e inserirla dove più gli piace (preferibilmente fuori dai propri pantaloni)...

2) munirsi di un cappuccio bianco a forma di cono da esibire senza vergogna e con orgoglio in luoghi pubblici

3) costruirsi (almeno) 1 box gigante pieno di cous cous nella propria dispensa dentro cui immergersi una volta alla settimana (se c'è il trampolino meglio)

4) Possedere una Tjine aerografata con la faccia di benedetto XVI (preferibilmente nella parte inferiore)

5) spedire 1000 lettere anonime alla settimana a Clemente Mastella con la frase "se ne vadii" (questo è facoltativo...)

detto questo sono aperte le campagne di affiliazione....

AGGIORNAMENTO: facendo una ricerca su google mi sono accorto or ora che esiste già una associazione omonima the cous cous clan. Il fondatore si chiama Chef Kumale (enogastronautagiornalistaetcetc...), ha una rubrica sul venerdi di repubblia e cura numerose attività "culino-divulgative" (ma si dice così???)... un vero e proprio caso di omonimia (anche se la mia associazione manca di un "The")....qualcuno si azzarderebbe a parlare di plagio... staremo a vedere chi l'avrà vinta. Io dal canto mio ho già schierati i miei avvocati (e un paio di cecchini difronte a casa sua)... vediamo chi la spunta!

lunedì, marzo 19, 2007

Forest Forever



Fujifilm ha creato questo progetto-web in cui raccoglie immagini (di notevole fattura) delle più incontaminate foreste del pianeta. Il sito del progetto si chiama Forest-Forever presenta una visita virtuale di (per ora ) 19 foreste sparse a giro per il globo: europa, america asia africa etc.. Tutto in flash con grafiche e musiche minimaliste.



Ebbasta con queste campagne!!!!Rivogliamo le megacorporazioni che pensano solo al profitto e al denaro!!

domenica, marzo 11, 2007

Grom


Catena gelatiera "di qualità", sotto l'egida slowfood che si sta diffondendo piano piano in tutta Italia. Alla base di tale successo ovviamente il gelato: buono, pulito, giusto (come direbbe Petrini) e perché no pure creativo. Se a questo si aggiunge un discreto spirito imprenditoriale si puo' comprendere il perché la prossima filiale della catena all'orizzonte aprirà i battenti addirittura a New York. Le città nello stivale in cui trovate Grom sono: Torino (la base), Milano, Genova, Bologna, Firenze, Bergamo, Parma, Padova e Mestre. Oltre ai gusti classici tutti patentati e certificati Slowfood (alcuni dei quali di loro invenzione e decisamente azzeccati (come la crema di Grom)), ogni mese, sfornano (o forse è meglio dire sgelano) un ambitissimo gusto jolly, il "gusto del mese". Prezzi non popolarissimi ma gelato mooltobbuono.

A Firenze Grom sta in una delle tante vie-vespasiane (tra le più puzzolenti della città) alle spalle del Duomo: è davvero' comodo, così uno quando ha finito i bisogni puo' gustarsi un ottimo gelato...
Il gusto di questo mese di marzo è:
Tè verde

Assolutamente da provare. Considerando che li ho minacciati di piantare la tenda nella loro gelateria per l'intero mese di marzo ci sono buone possibilità che il tè verde entri a far parte dei gusti fissi...

venerdì, marzo 09, 2007

World press photo 2007


La chute - Street dancers, Paris Denis Darzacq, France, Agence Vu

Rinnovato l'appuntamento con il concorso di foto giornalismo internazionale più prestigioso di sempre. Il world press photo 2007.

Quest'anno davvero sembra davvero una bella edizione: d'altronde nel 2006 ci sono state un fottio di guerre sparse in medio oriente, i mondiali, le olimpiadi. Insomma materiale ce n'era...e a quanto pare c'erano pure i fotografi.... (e te pareva). L'edizione 2007 del concorso si tradurrà in una esposizione itinerante a giro per il mondo. Ergo se vi passa vicino, una visione dal vivo degli scatti sarebbe raccomandata.
Qui sopra la foto vincitrice del primo premio nella categoria "Arts and Entertainment: stories"


Magari ne posto un altro po' di foto nei prossimi giorni..

venerdì, febbraio 23, 2007

Banki Ramen



Se prendete via dei Banchi, al primo incrocio troverete un comunissimo bar/tavolacalda all’italiana. Entrate (se lo fate dopo una certa ora ricordatevi il passamontagna e il grimaldello). Dirigetevi verso l’apparentemente “normale” sala che si apre sulla sinistra, affacciatevi: noterete in primis che la stanza occupata da tavoli di legno è addobbata di strani ideogrammi giappionesi e da faccine rosse dalle inquietanti espressioni. Al suo interno scorrazzano un paio di meticolose ragazze dai lineamenti poco occidentali intente a trasportare zuppiere fumannti zeppe di tagliolini. A questo punto ci si puo’ porre la seguente domanda: in questo bar c’è anche un ristorante giapponese o siamo finiti dentro l’ultimo film di David Lynch? o peggio ancora tutte e due le cose insieme?. Prima di addentrarvi ulteriormente scongiurare la seconda sciagurata ipotesi voltandosi e realizzando che il bar/tavolacalda è sempre li e che Bob non è alla cassa. Appena ripresi dallo shock potete avventurarvi nell’unico e autentico fastfood Japponese Fiorentino: il Banki Ramen, la cui specialità, come si evince dal nome, è il delfino bianco stordito (intero) caramellato.... pero’ visto che la povera bestia si è estinta la settimana scorsa a causa del troppo inquinamento del fiume giallo ci toccherà ripiegare sul più classico Ramen. Non resta che sedersi ed scegliere tra i vari tipologie della celebre pietanza offerte dalla casa e rigorosamente a base di tagliolini freschi fatti a mano dal simpatico Maestro Ramen: col cavolo piccante, con carne, con verdure e molti altri ancora (d’estate la variante fredda al miso è da provare). La sera si possono ordinare pure i raviolini di carne alla piastra...insomma tutto in puro stile di un autentico Ramen place japponese. Scordatevi sushi, qui si mangia solo Ramen. Buono veloce e rifocillante (soprattutto quando fuori si bela dal freddo).


Sicuramente si tratta del miglior miglior Ramen Place che ho provato in Italia da quando sono tornato da Parigi. Soba e Udon si possono mangiare in alcuni degli altri ristoranti giapponesi fiorentini e italiani (in alcuni pure il Ramen è davvero speciale come da Osaka a Milano), anche se per chiccheria e minimalismo sono tutti quanti lontani anni luce dall’idea di tavola calda giapponese che il Banki Ramen incarna (o meglio inzuppa).
Banki Ramen su duespaghi
Per chi ignori completamente cosa si ail Ramen si faccia un giro qui

giovedì, febbraio 15, 2007

L'accendiamo?



M’ILLUMINO DI MENO 2007
Giornata Internazionale del Risparmio Energetico

Ricapitolando: luci eletriche sono severamente proibite dalle 18:00 alle 20:00 un po' in tutta Italia (in particolare nei posti dove l'elettricità non arriva).
Pero' visto che non lo specificano sono permessi falo' giganti (meglio se arricchiti con qualche comburente umano particolarmente sgradito). Ergo, se uno ha parecchia benzina, napalm, glicerina (o equivalentemente se è un Brigatista che deve disfarsi di materiali compromettenti) puo' "abusarne" per metter su un gran bel falo' in grado di supplire all'oscurità.

venerdì, febbraio 09, 2007

Caylus


Board game uscito l’anno scorso e già entrato nella top ten dei giochi più belli di sempre. Di origine francese, questo fantastico gioco in scatola vi farà vestire i panni di un architetto intenti a guadagnare prestigio presso la corte del Re di Francia Filippo il bello, ampliando e abbellendo la città di Caylus. Il gioco è molto articolato dal punto di vista evolutivo, visto che le strategie che si possono intraprendere sono di molteplice natura: si puo’ infatti guadagnare prestigio costruendo edifici (che danno risorse e altre funzionalità accessibili a tutti i giocatori), guadagnando favori, fortificando il castello e accumulando soldi e risorse. Ogni giocatore puo’ intraprendere queste azioni posizionando durante uno dei round di gioco (a turno) degli operai nelle caselle attivabili (che danno risorse o permettono di costruire o permettono di fare determinate azioni) ogni posizionamento ha un costo in denaro, se non si ha soldi non si possono fare azioni. La cosa intrigante è che alla fine della fase di piazzamento non tutte le caselle verranno attivate: lo saranno solo quelle che si troveranno dietro alla pedina del funzionario “prevosto”, che, come tutti i funzionari, puo’ essere corrotto e manipolato dai giocatori (per cercare metterlo in castagna agli altri). Il gioco finisce quando la pedina gemella del prevosto, il "balivo” (che si muove ogni turno almeno di una posizione in avanti) arriva all’ultima casella. Elencare tutte le variabili e possibilià attuabili nel gioco è impossibile in poche righe anche se e a rigor del vero non si riesce a districarsi bene in tutte le strategie fintanto che non si è portato a termine due o tre partite. Inoltre (motivo per cui è particolarmente apprezzato) la componente "fortuna" è assente durante tutte le fasi di gioco.

Siamo di fronte ad un mezzo capolavoro di gioco, che meritatamente sta scalato la classifica dei boardgame più giocati e apprezzati di sempre. Francamente la prima volta che ci ho giocato l’ho trovato decisamente duro. Già pero’ alla seconda partita si incominciano a distinguere le varie strategie di per macinare più punti e i modi più efficaci per rompere le scatole ai propri avversari. La partita dura abbastanza, in media due ore (se poi giocate con dei giocatori troppo riflessivo ci svernate) alla fine delle quali c’è il rischio di ridursi ad uno stato catatonico di rincoglionimento o (se va davvero male) di iniziare a parlare come Rocco Buttiglione.
Il gioco, già alla seconda edizione (in cui sono introdotte alcune nuove costruzioni), si presenta decisamente variopinto e ben fatto, con componentistica in legno e cartone e illustrazioni chiare e intuitive. Ovviamente non esiste una versione in italiano, pero’ regole e guide si trovano a giro per la rete come funghi nei calzini di Giuliano Ferrara.

Come al solito per una recensione più approfondita rimando al sito di smanettoni goblin.net
PS:Per chi proprio non ne puo’ fare a meno (e soprattutto a poca voglia di lavorare) esiste pure una versione online del gioco che potete trovare qui

sabato, febbraio 03, 2007

Pasta alla amatriciana



Pasta alla amatriciana: rinomato condimento per pasta (bucatini o spaghetti) nata ad Amatrice (paesino umbro che stranamente si trova nel Lazio). Gli ingredienti originali alla base di tale condimento sono: guanciale, pecorino, pepe ed olio. Da non confondere con la più celebre (ma spesso erroneamente confusa di nome) pasta alla “matriciana”(forse nata a roma), che al posto del guanciale ha la pancetta e in più aggiunge cipolla e sugo di pomodoro. La disputa circa l’originalità della ricetta parte proprio da qui: a Roma si sostiene che la “amatriciana” sia una versione più povera ( come amano dire a Roma) della ricetta alla “matriciana” da loro inventata. Nel piccolo comune montano di contro, sostengono alacremente (e probabilmente hanno ragione) che è la “amatriciana” ad aver dato i natali alla versione più soffisticata fatta nella capitale.
Pittoreschi e conviviali eventi vengono organizzati per celebrare la pasta alla matriciana (in entrambe le versioni): il festival della pasta alla amatriciana di Amatrice (in agosto), quello a Roma al campo de’ fiori e la grande spaghettata di beneficenza indetta in Vaticano dove fior di mangiatori sfidano all’ultimo bucatino il santo padre Benedetto XVI (campione in carica ormai già da due anni).

Ecco a voi la ricetta originale della famosa pasta all'amatriciana. L'unica, genuina guai a chi sgarra. Diffidate delle imitazioni (soprattutto da quelle provenienti dalla cina): questa è la ricetta degli antichi pastori di amatrice, prima della cipolla e prima del pomodoro. Parola di un autentico Amatricese che all’ultimo salone del Gusto di Torino ha imbastito una amatriciana (usando l’inconfondibile guanciale di amatrice) con i deliziosi spaghettoni del pastificio Cavalieri, nello stand del suo presidio. Il sottoscritto ovviamente grazie a i soliti pass fasulli ed agganci altolocati in slowfood è riuscito ad imbucarsi e a gustarsi questa leccornia:

X1 persona
qualche fetta di guanciale (preferibilmente diverso da quello che avete nel soggiorno)
1 etto di spaghetti (di quelli buoni..tipo pasta cavalieri)
pecorino stagionato (con quello di fossa ho provato e non viene malaccio)
1 spicchio d'aglio
un goccio di vino bianco olio sale e pepe

Molto facile.. Portare l'acqua ad ebollizione. In una Padella oliata fare rosolare i guanciale tagliato a pezzettoni con l'aglio vestito (nella ricetta originalissima non ci andrebbe...), badando che diventi quasi croccante (ma occhio che se no si brucia!!). Una volta che la pasta è vicina all'essere al dente scolarla nellapadella col guanciale per ultimare la cottura. Aggiungere il vino (anche questo non ci andrebbe) un mestolo di acqua di cottura, pepe e iniziare a grattare il pecorino a go go mescolando e saltando continuamente. Quando il sugo si sarà rappreso spengere il fornello e grattare altro pecorino e servire

martedì, gennaio 30, 2007

Tom Chruist




via cineblog:

"TOM Cruise is the new “Christ” of Scientology, according to leaders of the cult-like religion"

Il SUN nei giorni scorsi esordiva così in un suo articoletto. Purtroppo la notizia che accreditava a Tom Cruise il ruolo di "nuovo cristo di scientology" si è rivelata una bufala. Una vera doccia fredda per i tanti fan dell'attore e i credenti del culto ideato nel '52 (mentre faceva la lavatrice degli intimi colorati) da Ron Hubbard .
Tom Cruise sembrava infatti la persona più accreditata dalle alte sfere della popolare religione a divenire il "nuovo cristo", ruolo che in passato è stato attribuito in altri culti a personaggi del calibro di
John Wayne, Klaus Kinski, John Holmes e Maradona.
Sembra che dal vaticano per rispondere ad una eventuale nomina ed anticipare le religioni concorrenti stia pensando di nominare arcangelo "ad honorem" nientepopodimeno che Mel Gibson.


Hee si...un vero peccato. A mio parere si trattava proprio della persona ideale per ricoprire il ruolo del nuovo messia: basti pensare ai film della serie di mission impossible. Se uno ha ancora qualche dubbio circa la natura divina di Tom Cruise se li vada a vedere. Uno che fa questi lacchezzi (vedi foto ad esempio)non puo' che essere un dio. Aspettiamo fiduciosi una smentita da parte di scientology.

giovedì, gennaio 11, 2007

Maratonda



Evviva YouTube

MARATONDA
Gira in tondo sempre e intanto asciugati anche tu
niente è più seccante di una corsa in su e in giù
mara-maratonda testa in basso e gambe in su
non c'è stato inizio e non ci fer-me-re-mo più
di correr, di saltar, calciar di qua e di là
cominciò domani l'altro ieri finirà
Gira gira in tondo c'è più gusto e sai perchè?
non c'è mai nessuno che stia avanti o che sia indietro
e avanti gira in tondo provaci anche tu
niente secca meglio di una corsa in su e in giù

domenica, gennaio 07, 2007

Pizza-man



Vediamo di aggiungere un nuova tacca (sul calce del mio Invicta 12 millimetri ho finito lo spazio) di prestigio a questo già onorevole Blog con qualche altra recensione di posticini dove andare a sfamarsi quando non si riesce a trovare in città un distributore di merendine facile da scardinare o col vetro troppo resistente che impedisce il nobile prelievo di fior fior di “troiai” da mangiare (a volte pure equi e solidali (i miei preferiti).


PIZZAMAN
V.le de amicis 47/r Da asporto 50137 tel +39 055 666681
Via R.tedalda 411 tel +39 055 691756
Via carlo del prete 10R tel +39 055 433849 FIRENZE

Eccoci qua a recensire uno dei “posti” di Firenze. Allora: prendete una stanza infilateci un forno, 4 persone di cui uno è appunto Pizza Man (preferibilmente non dentro il forno senno niente pizza), addobbatela come se foste ad un carnevale sudamericano e tappezzatela di targhe. Bene sistemate questo ambientino a 5 minuti dallo stadio ed avrete ottenuto una delle migliori pizzerie di Firenze, anche se c’è da dire che in città non ha rivali tra quelle eat&go e da solo da asporto. Il posto è senza dubbio curioso visto che appena si apre la porta sembra di entrare in una bettola di Caracas. Ma che ci incastra il sudamerica con la Pizza? questa e altre domande (come “chi ha ucciso Laura Palmer?” o “quante flessioni riesce a fare il Papa con una mano sola?”) scompaiono dalla testa quando arriva il turno di mangiare (li’ rigorosamente in piedi con posate di plastica piatti di cartone, senno a casa con la pizza “asportata”). Si sgrana decisamente bene e, a riprova del fatto che il nostro Pasquale Pometto (ovvero il Clark Kent che si cela dietro l’identità di Pizza Man) è uno che non vende fumo (anche se a pensarci bene se lo vendesse sarebbe un valore aggiunto al locale), sta il fatto che le tipologie di pizze che vengono sfornate si contano sulle punte delle dita e sono tutte rigorosamente a base degli ingredienti originali della tradizione napoletana: il pomodoro, la mozzarella (bufala e non), acciughe, basilico, olio. Niente altri troiai (come li chiama giustamente lui). Dunque se amate roba tipo “pizza al Napalm” o anche più semplicemente una quattro stagioni state alla larga da questo posto altrimenti rischiate di diventare un elemento comburente per il forno. Qui abitano solo margherite, marinara, napoli e qualche variante sul tema inventata da PizzaMan in persona. Non si lesina manco in cordialità visto che a tutti quelli che entrano (a parte chi lo fa dalla finestra in orario di chiusura e con un passamontagna sulla testa) viene offerto “aggratis” un morso dello squisito Panuozzo (invenzione di Pizza Man). Insomma un posto serio se si escludono le manie decisamente sui generis del nostro Pizza Man che oltre ad annichilire le orecchie ai clienti con brani di Salsa a tutto volume ama pavoneggiarsi (in modo decisamente pacchiano grazie a millemila targhe e foto appese al muro) di aver partecipato e vinto numerosi e fantomatici concorsi per pizzaioli a giro per l’Italia e per il mondo, alcuni dei quali (come il “premio Nobel della pizza di Caracas”) sembrano usciti caldi caldi dalla mente di William Burroughs... Bhooo... Insomma come dice un mio caro amico “glié strano”....pero’ qui la pizza è davvero bona.

Ahhh che bello questo posto. Uno esce dalla piscina stanco morto, percorre un pezzo di superstrada per tornarsene a Firenze (alle volte contromano perché si è scordato di togliersi gli occhialini appannati) e se ne va a mangiarsi una bella pizza, veloce, buona e manco troppo cara. Certo a voler fare le cose per bene il nostro Pizza Man potrebbe farci trovare pure due belle Venezuelane in costume da bagno che ballano la Salsa... spero che provveda..

Voto (in Mereghettiano):***1/2 (su 4)
con ballerine aggiungere mezza stella

Da provare: la pizza caprese (buonissima....la versione con bufala un po’ meno...stucca un po’)
Pizza Man ha pure due ristoranti (veri, non pizzerie da asporto) uno in Via R.tedalda 411 l’altro in Via carlo del prete 10R. Io ho provato solo il primo dei due, ma ad essere sincero non ho trovato la pizza altrettanto buona come quella nella Pizz-Caverna del nostro Pizza Man (e in cui lui lavora di persona). Cmq se volete mangiare comodi a sedere con amici e parenti potete sempre farci un salto...
dimenticavo...Pizzaman ha pure un sito web

sabato, dicembre 23, 2006

MSNBC 2006 photos survey


MSNBC Photos of the year. I migliori scatti del 2006 in una galleria flash selezionata dalla redazione della rete americana. Sul sito si da pure la possibilità di votare la foto secondo voi più significativa del 2006. Al vincitore estratto spetterà una fornitura di 5 tonnellate di ketchup Heinz (da consumare in 2 giorni, pena il pagamento delle spedizioni)...

Ecco il survey di MSNBC, gemello di quello del TIME.... Questi report (o raccolte) ultimamente li fanno un po' tutti...magari in settimana esce pure quello del vernacoliere (con qualche bella donnina).
Bon quello di MSNBC è spettacolare, sicuramente più di quello del TIME (24 foto...un po' striminzitino e un po' tutte monotematiche). In entrambi purtroppo nessuna donna disinibita ....vabbé per fortuna i quotidiani italiani (repubblica e corriere tra tutti) sono più seri e attenti dei loro concorrenti americani e riempono le loro pagine web con calendari di donne nude di ogni tipo (ci manca quello della mesticheria sotto casa e siamo a posto).....