venerdì, febbraio 23, 2007

Banki Ramen



Se prendete via dei Banchi, al primo incrocio troverete un comunissimo bar/tavolacalda all’italiana. Entrate (se lo fate dopo una certa ora ricordatevi il passamontagna e il grimaldello). Dirigetevi verso l’apparentemente “normale” sala che si apre sulla sinistra, affacciatevi: noterete in primis che la stanza occupata da tavoli di legno è addobbata di strani ideogrammi giappionesi e da faccine rosse dalle inquietanti espressioni. Al suo interno scorrazzano un paio di meticolose ragazze dai lineamenti poco occidentali intente a trasportare zuppiere fumannti zeppe di tagliolini. A questo punto ci si puo’ porre la seguente domanda: in questo bar c’è anche un ristorante giapponese o siamo finiti dentro l’ultimo film di David Lynch? o peggio ancora tutte e due le cose insieme?. Prima di addentrarvi ulteriormente scongiurare la seconda sciagurata ipotesi voltandosi e realizzando che il bar/tavolacalda è sempre li e che Bob non è alla cassa. Appena ripresi dallo shock potete avventurarvi nell’unico e autentico fastfood Japponese Fiorentino: il Banki Ramen, la cui specialità, come si evince dal nome, è il delfino bianco stordito (intero) caramellato.... pero’ visto che la povera bestia si è estinta la settimana scorsa a causa del troppo inquinamento del fiume giallo ci toccherà ripiegare sul più classico Ramen. Non resta che sedersi ed scegliere tra i vari tipologie della celebre pietanza offerte dalla casa e rigorosamente a base di tagliolini freschi fatti a mano dal simpatico Maestro Ramen: col cavolo piccante, con carne, con verdure e molti altri ancora (d’estate la variante fredda al miso è da provare). La sera si possono ordinare pure i raviolini di carne alla piastra...insomma tutto in puro stile di un autentico Ramen place japponese. Scordatevi sushi, qui si mangia solo Ramen. Buono veloce e rifocillante (soprattutto quando fuori si bela dal freddo).


Sicuramente si tratta del miglior miglior Ramen Place che ho provato in Italia da quando sono tornato da Parigi. Soba e Udon si possono mangiare in alcuni degli altri ristoranti giapponesi fiorentini e italiani (in alcuni pure il Ramen è davvero speciale come da Osaka a Milano), anche se per chiccheria e minimalismo sono tutti quanti lontani anni luce dall’idea di tavola calda giapponese che il Banki Ramen incarna (o meglio inzuppa).
Banki Ramen su duespaghi
Per chi ignori completamente cosa si ail Ramen si faccia un giro qui

giovedì, febbraio 15, 2007

L'accendiamo?



M’ILLUMINO DI MENO 2007
Giornata Internazionale del Risparmio Energetico

Ricapitolando: luci eletriche sono severamente proibite dalle 18:00 alle 20:00 un po' in tutta Italia (in particolare nei posti dove l'elettricità non arriva).
Pero' visto che non lo specificano sono permessi falo' giganti (meglio se arricchiti con qualche comburente umano particolarmente sgradito). Ergo, se uno ha parecchia benzina, napalm, glicerina (o equivalentemente se è un Brigatista che deve disfarsi di materiali compromettenti) puo' "abusarne" per metter su un gran bel falo' in grado di supplire all'oscurità.

venerdì, febbraio 09, 2007

Caylus


Board game uscito l’anno scorso e già entrato nella top ten dei giochi più belli di sempre. Di origine francese, questo fantastico gioco in scatola vi farà vestire i panni di un architetto intenti a guadagnare prestigio presso la corte del Re di Francia Filippo il bello, ampliando e abbellendo la città di Caylus. Il gioco è molto articolato dal punto di vista evolutivo, visto che le strategie che si possono intraprendere sono di molteplice natura: si puo’ infatti guadagnare prestigio costruendo edifici (che danno risorse e altre funzionalità accessibili a tutti i giocatori), guadagnando favori, fortificando il castello e accumulando soldi e risorse. Ogni giocatore puo’ intraprendere queste azioni posizionando durante uno dei round di gioco (a turno) degli operai nelle caselle attivabili (che danno risorse o permettono di costruire o permettono di fare determinate azioni) ogni posizionamento ha un costo in denaro, se non si ha soldi non si possono fare azioni. La cosa intrigante è che alla fine della fase di piazzamento non tutte le caselle verranno attivate: lo saranno solo quelle che si troveranno dietro alla pedina del funzionario “prevosto”, che, come tutti i funzionari, puo’ essere corrotto e manipolato dai giocatori (per cercare metterlo in castagna agli altri). Il gioco finisce quando la pedina gemella del prevosto, il "balivo” (che si muove ogni turno almeno di una posizione in avanti) arriva all’ultima casella. Elencare tutte le variabili e possibilià attuabili nel gioco è impossibile in poche righe anche se e a rigor del vero non si riesce a districarsi bene in tutte le strategie fintanto che non si è portato a termine due o tre partite. Inoltre (motivo per cui è particolarmente apprezzato) la componente "fortuna" è assente durante tutte le fasi di gioco.

Siamo di fronte ad un mezzo capolavoro di gioco, che meritatamente sta scalato la classifica dei boardgame più giocati e apprezzati di sempre. Francamente la prima volta che ci ho giocato l’ho trovato decisamente duro. Già pero’ alla seconda partita si incominciano a distinguere le varie strategie di per macinare più punti e i modi più efficaci per rompere le scatole ai propri avversari. La partita dura abbastanza, in media due ore (se poi giocate con dei giocatori troppo riflessivo ci svernate) alla fine delle quali c’è il rischio di ridursi ad uno stato catatonico di rincoglionimento o (se va davvero male) di iniziare a parlare come Rocco Buttiglione.
Il gioco, già alla seconda edizione (in cui sono introdotte alcune nuove costruzioni), si presenta decisamente variopinto e ben fatto, con componentistica in legno e cartone e illustrazioni chiare e intuitive. Ovviamente non esiste una versione in italiano, pero’ regole e guide si trovano a giro per la rete come funghi nei calzini di Giuliano Ferrara.

Come al solito per una recensione più approfondita rimando al sito di smanettoni goblin.net
PS:Per chi proprio non ne puo’ fare a meno (e soprattutto a poca voglia di lavorare) esiste pure una versione online del gioco che potete trovare qui

sabato, febbraio 03, 2007

Pasta alla amatriciana



Pasta alla amatriciana: rinomato condimento per pasta (bucatini o spaghetti) nata ad Amatrice (paesino umbro che stranamente si trova nel Lazio). Gli ingredienti originali alla base di tale condimento sono: guanciale, pecorino, pepe ed olio. Da non confondere con la più celebre (ma spesso erroneamente confusa di nome) pasta alla “matriciana”(forse nata a roma), che al posto del guanciale ha la pancetta e in più aggiunge cipolla e sugo di pomodoro. La disputa circa l’originalità della ricetta parte proprio da qui: a Roma si sostiene che la “amatriciana” sia una versione più povera ( come amano dire a Roma) della ricetta alla “matriciana” da loro inventata. Nel piccolo comune montano di contro, sostengono alacremente (e probabilmente hanno ragione) che è la “amatriciana” ad aver dato i natali alla versione più soffisticata fatta nella capitale.
Pittoreschi e conviviali eventi vengono organizzati per celebrare la pasta alla matriciana (in entrambe le versioni): il festival della pasta alla amatriciana di Amatrice (in agosto), quello a Roma al campo de’ fiori e la grande spaghettata di beneficenza indetta in Vaticano dove fior di mangiatori sfidano all’ultimo bucatino il santo padre Benedetto XVI (campione in carica ormai già da due anni).

Ecco a voi la ricetta originale della famosa pasta all'amatriciana. L'unica, genuina guai a chi sgarra. Diffidate delle imitazioni (soprattutto da quelle provenienti dalla cina): questa è la ricetta degli antichi pastori di amatrice, prima della cipolla e prima del pomodoro. Parola di un autentico Amatricese che all’ultimo salone del Gusto di Torino ha imbastito una amatriciana (usando l’inconfondibile guanciale di amatrice) con i deliziosi spaghettoni del pastificio Cavalieri, nello stand del suo presidio. Il sottoscritto ovviamente grazie a i soliti pass fasulli ed agganci altolocati in slowfood è riuscito ad imbucarsi e a gustarsi questa leccornia:

X1 persona
qualche fetta di guanciale (preferibilmente diverso da quello che avete nel soggiorno)
1 etto di spaghetti (di quelli buoni..tipo pasta cavalieri)
pecorino stagionato (con quello di fossa ho provato e non viene malaccio)
1 spicchio d'aglio
un goccio di vino bianco olio sale e pepe

Molto facile.. Portare l'acqua ad ebollizione. In una Padella oliata fare rosolare i guanciale tagliato a pezzettoni con l'aglio vestito (nella ricetta originalissima non ci andrebbe...), badando che diventi quasi croccante (ma occhio che se no si brucia!!). Una volta che la pasta è vicina all'essere al dente scolarla nellapadella col guanciale per ultimare la cottura. Aggiungere il vino (anche questo non ci andrebbe) un mestolo di acqua di cottura, pepe e iniziare a grattare il pecorino a go go mescolando e saltando continuamente. Quando il sugo si sarà rappreso spengere il fornello e grattare altro pecorino e servire