mercoledì, settembre 27, 2006

L'eterno ritorno



Eterno ritorno: Il famoso filosofo crucco Friedrich Wilhelm Nietzsche formulò tale teoria nel 19esimo secolo quando dopo il 500esimo viaggio fatto con rayan air ricevette la tessera di fedeltà vitalizia (in preda alla euforica felicità pensò bene di ricoprirsi di sterco di cavallo nella piazza di paese).


Insomma in parole povere sebbene sia partito con i migliori propositi per scappare da questo paese mi è toccato tornare per l'ennesima volta.

venerdì, settembre 08, 2006

Alzare i tacchi



Le stroncature dei film veneziani si fermano qui, riprenderanno al mio ritorno.... da dove?...ma è ovvio dall'inferno!!! Prima di andarci però mi fermo qualche giorno in irlanda (visto che tanto è di strada). Ho avuto la notizia del mio inaspettato viaggio mentre ero al bordo della piscina col mio avvocato samoano. Al termine del pranzo mi è stato recapitato un telegramma che recitava le seguenti parole:

le tartine di cui ha appena fatto incetta sono state fatte usando del caviale avariato, lo chef era ubriaco ci scusi per l'inconveniente.

E' la scusa che stavo aspettando per togliermi di torno e filarmela alla svelta da questo posto prima che qualche zecca di cameriere dell'albergo a cui sto scroccando la connesisone wifi si accorga che sono scomparsi interi stock di asciugamani e saponette....

Venezia 63 - L'udienza è aperta



L'udienza è aperta

Giornate degli autori
"un documentario che mostra la crisi del sistema giudiziario italiano". Questa affermazione che grossomodo sintetizza il comunicato stampa del lavoro di Marra la sento ripetere da un simpatico signore vestito di bianco (gesu cristo a giudicare dall'età) che presenta il film a alla gremita sala. Un introduzione come al solito al miele e rose per il giovane e intraprendente regista campano... Stavo per addormentarmi quando d'un tratto è incominciato il documentario (non ci speravo più). 70 minuti in cui vengono seguite con la telecamera 3 persone che partecipano in una udienza di camorra a napoli mentre sono al lavoro e in momenti privati: un giudice della corte d'appello, un giudice laterale donna e un celebre avvocato penalista di napoli. Non si tratta pero' di un documentario di inchiesta... sembra più simile a quei lavori del national geographic sulle scimmie e sugli insetti. Non c'è molto da dire in 70 minuti: vengono esposte alcune cose tecniche riguardo al lavoro che stanno svolgendo, si segue alcune fasi dentro e fuori dall'aula, si parla del processo di camorra solo raccontando particolari relativi alle udienze riprese ed infine alcuni aspetti di vita privata dei protagonisti. Insomma una sorta di spydoc ...una specie di grandefratello giudiziario. Non si tratta ergo di un documentario di inchiesta.... assolutamente. Ergo uno si può chiedere come questo lavoro possa in '70 minuti( in cui vengono ripresi solo episodi e spunti) mettere in luce la crisi del sistema giudiziario. Insomma se uno deve arrivare alla conclusione che la giustizia italiana è allo sfascio perché il custode si è dimenticato di aprire la porta dell'aula di consiglio stiamo freschi... l'università allora è sempre stata in crisi...
Il doc propone semplicemente l'immagine di un giudice simpaticone e sornione conservatore, di una donna giudice (di idee politiche opposte) molto caparbia e di un avvocato difensore particolarmente tetro (se lucas l'avesse visto prima lo avrebbe scritturato nella parte dell'imperatore Palpatine). Gli altri aspetti giudiziari affrontati nel documentario si riducono solo a parziali descrizioni delle vicissitudini del processo. Insomma sembra che marra sia entrato nel palazzo di giustizia di napoli con lo stesso spirito di un cameraman del national Geographic che entra in un qualche paradiso faunistico subtropicale. Non molto altro.
Il bello però è arrivato alla fine del film, durante la Jam session di domande col regista e l'emergente autore. Gli incontri post film sono i momenti più belli in cui uno solitamente o dorme o si fa delle grasse risate... Perlopiù invece di domande intelligenti si sentono mielose leccate di culo e struggenti effusioni verbali amorose nei confronte di chi ha il microfono in mano...ora tutto ciò può andare fintanto che il microfono cell'ha in mano la graziosa attendente "pin up" della sala che scorrazza qua e la tra una domanda e l'altra nella sua tutina attillata e gonna corta.... se il microfono cell'ha il regista...forse è il caso di lasciar perdere.... soprattutto se si ha intenzione di dire che il documentario è "un capolavoro straordinario sulla crisi del sistema giudiziario italiano...un gioiello"..e soprattutto se si chiama "l'udienza è aperta".
C'è addirittura chi si è azzardato a prendere la parola dal pubblico dicendo che questo lavoro riporta alla luce il problema della camorra (che tra l'altro sembra che ora abbia cambiato nome, un po' come cosa nostra quando è approdata a Milano)... L'ha fatto un minuto dopo che lo stesso regista aveva ribadito che questo non era un lavoro sulla camorra. Probabilmente l'aspirante critico che ha fatto la domanda doveva aver dormito più di me durante la proiezione. Devo però confessare che il sottoscritto da qualche giorno a questa parte si dopa prima di ogni proiezione con un po' di prozac (ingerita a solo scopo cautelativo..qua a venezia non si sa mai a cosa si va incontro).
Insomma... io saro rimbambito (o avro' preso troppo prozac), ma non capisco come in 70 minuti di un documentario "non di inchiesta" si possano vedere tutte queste robe che i critici hanno visto..... Mi devono dire cosa prendono prima di entrare in sala per immaginarsi questa roba... io ingerendo fior di pasticche (che io utilizzo solo per scopi scientifici si intende) riesco per ora solo a vedere tavoli parlanti ed elefanti vestiti in taxido...

voto:**

mercoledì, settembre 06, 2006

Venezia 63 - World trade center



Wall Trade Center
Fuori concorso
Ci mancava Oliver Stone che volesse dire la sua sull'11 settembre... io avevo qualche timore, ma sono andato a vederlo lo stesso e per l'occasione mi sono pure astenuto da bermi la mia solita mezza bottiglia di J&B, che oramai consuetamente consumo dentro ad un sacchetto di carta davanti alla sala del cinema qui alla mostra. Bene i miei presentimenti erano fondati: il film è una cacata. Retorico, prevedibile, banale e perfino patriottico .. un film che potrebbe piacere a Mastella (e con questo potrei abbozzare di scrivere la recensione). Certo da uno che qualche anno fa ci aveva tirato fuori dal cappello natural born Killers ci si poteva aspettare qualcosina di meglio no?... quanti anni è che non fa un film decente il povero Stone? che si sia bevuto il cervello (o forse troppe bottiglie di J&B)?.
Del film non vi dico niente: la storia è il solito pretesto per reclamare a gran voce il mito americano dell'eroicità dell'individuo, mentre la tragedia (la strage e la distruzione) che magari uno si aspetterebbe di vedere protagonisti, restano solo sullo sfondo. Poteva fare un film corale, magari gli veniva meglio... invece no..sempre con questi eroi.. ebbasta!!
Ecco se fossi Buckenaimer dopo aver visto un film come world trade center penso che gli affiderei la regia del seguito di Pearl Harbour.
Come sia finito in un festival di cinema come quello di venezia è un mistero..
troppo J&B pure per i collaboratori di Muller? Bho
Riassumendo: Questo film (per quanto tecnicamente sia ben girato) è una ciofega in puro stile hollywoodiano che qua al lido vogliono rivendere come d'essai. Meglio un porno con Jenna Jemson (che in generale è sempre meglio).

voto:1/2 (solo per la tecnica)

sabato, settembre 02, 2006

Venezia 63 - the black dahlia


The black dahila
sezione: venezia 63
5 ore di sonno e sveglia alle 8 per trovarsi con 50 metri di coda alle 9 di mattina la seconda proiezione di Black Dahila di Brian de Palma. Non si incomincia affatto bene. Avendo letto la settimana scorsa il libro (nottate passate a leggere per finirlo prima di vedere il film) ero davvero curioso di vedere il suo adattamento su grande schermo. Il film è "liberamente" tratto dal libro d J Ellroy dal nome omonimo che a sua volta è tratto "liberamente" da un fatto di cronaca realmente accaduto a L.A. negli anni del dopo guerra: il brutale (e irrisolto) omicidio di Betty Short, la dalia nera appunto.
Per chi non ha visto il film e non ha letto il libro dirò solamente che nel film di DePalma l'assassino è Al Pacino (non accreditato nel cast) che ad un certo punto sbuca dal niente e fredda col suo M60 la dalia nera gridando "Do yo wanna fuck with me? hee?....fuck with this!!"...adesso che sapete chi è l'assassino potreste pure considerare l'idea di risparmiare 7 euro e non andare a vedere il film al cinema. Se poi uno tiene conto del fatto che il film di DePalma è un mero riassuntaccio del libro (la parte messicana della storia non esiste) in cui fatti e personaggi vengono riarrangiati e modificati per soddisfare esigenze temporali (2 ore son pochine), allora può direttamente investire i famosi 7 euro in qualcosa di più stimolante (in ordine: libro, alchol, droga, l'ultimo albo di casalinghe disinibite).
Parlando del film si tratta di un miscuglio Hardboiled "troppo pulito per essere tale". Il libro è molto più "sudicio" e sporco..un vero hardboiled. Nel lavoro di DePalma i personaggi fanno da marionetta per una sceneggiatura mai intrigante e molto tirata via, con dialoghi scopiazzati qua e là dal libro.
Il volume di Ellroy non sarà una miniera di spunti, ma qualcuno ne ha. Il film non si capisce dove voglia andare a parare. Il protagonista del libro è "l'ossessione del poliziotto per la Black Dahila", nel film invece questa aspetto (forse il più interessante di tutto il libro) scompare. Inoltre non si capisce pure come mai de palma non abbia fatto interpretare i due ruoli (la dalia e la sua sosia) alla stessa attrice (un altro spunto mancato)...
Gli attori pure... decisamente fuoriforma (l'unico un po' più sornione e in parte è Aaron (con 2 "a"??? ma che nome è?) Eckhart. La Swank è una bomba sexy decisamente conturbante mentre la Johanson e Hartnett sembrano abbastanza stoccafissati. Imbarazzante l'interpretazione della figura della madre del personaggio della Swank, che ci fa fare grandissime risate nella scena finale (decisamente patetica..)
Regia e musiche non mi hanno impressionato ma neppure disgustato...
Una occasione buttata via come i 7 euro di chi si aspetta di vedere un film di DePalma che non faccia rimpiangere Femme Fatal.

PS: sembra che durante le indagini svoltesi realmente per l'omicidio della black dahila sia stato addirittura incluso tra i sospetti nientepopodimeno che Orson Wells
voto: *