venerdì, settembre 08, 2006

Venezia 63 - L'udienza è aperta



L'udienza è aperta

Giornate degli autori
"un documentario che mostra la crisi del sistema giudiziario italiano". Questa affermazione che grossomodo sintetizza il comunicato stampa del lavoro di Marra la sento ripetere da un simpatico signore vestito di bianco (gesu cristo a giudicare dall'età) che presenta il film a alla gremita sala. Un introduzione come al solito al miele e rose per il giovane e intraprendente regista campano... Stavo per addormentarmi quando d'un tratto è incominciato il documentario (non ci speravo più). 70 minuti in cui vengono seguite con la telecamera 3 persone che partecipano in una udienza di camorra a napoli mentre sono al lavoro e in momenti privati: un giudice della corte d'appello, un giudice laterale donna e un celebre avvocato penalista di napoli. Non si tratta pero' di un documentario di inchiesta... sembra più simile a quei lavori del national geographic sulle scimmie e sugli insetti. Non c'è molto da dire in 70 minuti: vengono esposte alcune cose tecniche riguardo al lavoro che stanno svolgendo, si segue alcune fasi dentro e fuori dall'aula, si parla del processo di camorra solo raccontando particolari relativi alle udienze riprese ed infine alcuni aspetti di vita privata dei protagonisti. Insomma una sorta di spydoc ...una specie di grandefratello giudiziario. Non si tratta ergo di un documentario di inchiesta.... assolutamente. Ergo uno si può chiedere come questo lavoro possa in '70 minuti( in cui vengono ripresi solo episodi e spunti) mettere in luce la crisi del sistema giudiziario. Insomma se uno deve arrivare alla conclusione che la giustizia italiana è allo sfascio perché il custode si è dimenticato di aprire la porta dell'aula di consiglio stiamo freschi... l'università allora è sempre stata in crisi...
Il doc propone semplicemente l'immagine di un giudice simpaticone e sornione conservatore, di una donna giudice (di idee politiche opposte) molto caparbia e di un avvocato difensore particolarmente tetro (se lucas l'avesse visto prima lo avrebbe scritturato nella parte dell'imperatore Palpatine). Gli altri aspetti giudiziari affrontati nel documentario si riducono solo a parziali descrizioni delle vicissitudini del processo. Insomma sembra che marra sia entrato nel palazzo di giustizia di napoli con lo stesso spirito di un cameraman del national Geographic che entra in un qualche paradiso faunistico subtropicale. Non molto altro.
Il bello però è arrivato alla fine del film, durante la Jam session di domande col regista e l'emergente autore. Gli incontri post film sono i momenti più belli in cui uno solitamente o dorme o si fa delle grasse risate... Perlopiù invece di domande intelligenti si sentono mielose leccate di culo e struggenti effusioni verbali amorose nei confronte di chi ha il microfono in mano...ora tutto ciò può andare fintanto che il microfono cell'ha in mano la graziosa attendente "pin up" della sala che scorrazza qua e la tra una domanda e l'altra nella sua tutina attillata e gonna corta.... se il microfono cell'ha il regista...forse è il caso di lasciar perdere.... soprattutto se si ha intenzione di dire che il documentario è "un capolavoro straordinario sulla crisi del sistema giudiziario italiano...un gioiello"..e soprattutto se si chiama "l'udienza è aperta".
C'è addirittura chi si è azzardato a prendere la parola dal pubblico dicendo che questo lavoro riporta alla luce il problema della camorra (che tra l'altro sembra che ora abbia cambiato nome, un po' come cosa nostra quando è approdata a Milano)... L'ha fatto un minuto dopo che lo stesso regista aveva ribadito che questo non era un lavoro sulla camorra. Probabilmente l'aspirante critico che ha fatto la domanda doveva aver dormito più di me durante la proiezione. Devo però confessare che il sottoscritto da qualche giorno a questa parte si dopa prima di ogni proiezione con un po' di prozac (ingerita a solo scopo cautelativo..qua a venezia non si sa mai a cosa si va incontro).
Insomma... io saro rimbambito (o avro' preso troppo prozac), ma non capisco come in 70 minuti di un documentario "non di inchiesta" si possano vedere tutte queste robe che i critici hanno visto..... Mi devono dire cosa prendono prima di entrare in sala per immaginarsi questa roba... io ingerendo fior di pasticche (che io utilizzo solo per scopi scientifici si intende) riesco per ora solo a vedere tavoli parlanti ed elefanti vestiti in taxido...

voto:**

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