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martedì, aprile 10, 2007

Cous Cous di casablanca



L'ultima tecnica che ho sviluppato per dissimulare le sbirciatine indiscrete a sbafo allo scaffale delle copiose riviste osé presenti nella edicola del paese, è quella di far finta di essere interessato alla vetrinetta immediatamente sottostante, che per l'appunto è riservata alla cucina. Per destare ancora meno sospetti sono stato costretto a comprare una quantità enorme di riviste e libri di cucina che mensilmente escono. E' stato proprio così che ho messo le mani sul (pratico) volume della cucina africana dell'enciclopedia della cucina edita da Repubblica. Anche se non si trova nemmeno una foto di formose danzatrici col ventre devo ammettere che il volumetto in questione è davvero ben fatto. La ricetta che vi propongo è davvero da leccarsi i baffi (se non li avete usate quelli finti) e sebbene nutra forti dubbi circa l'originalità del nome con cui è presentata, ve la ripropongo qui sotto paro paro a come l'ho fatta in più di un occasione.


x1 persona

x il sugo
2 falde di peperone
mezza zucchina piccola
mezza melanzana piccola
1 pomodoro
1 patata piccola
1 spicchio d'aglio
mezza cipolla
80 cl di olio
un cucchiaio di miele
una manciatina di maggiorana
rosmarino (una stecchetta)
alloro
sale e pepe
vino bianco

x il cous cous
70 grammi di cous cous
10g burro

Accendere il forno a 180°. Tagliare: il peperone in 2 (se le falde sono grossotte), la zucchina in 4 parti, la melanzana in 6 parti, il pomodoro in 4, la patata a fiammiferi (non tanto piccoli), la cipolla grossolanamente. Versare il tutto in una pirofila da forno con l'alloro, il rosmarino e la maggiorana. Emulsionare il miele nell'olio e irrorare con la mistura ottenuta tutte le verdure. Salare (abbondantemente) pepare mettere nel forno a cuocere per un ora (vedete voi la cottura delle verdure)... dopo 10 minuti che sta dentro, prima che diventi troppo bollente l'olio spruzzare un po' di vino nella pirofila. Durante la cottura girare spesso le verdure con un mestolo e dopo un po' togliere sia il rosmarino che l'alloro prima che si carbonizzino..
Adesso mentre aspettate che si cuociano le verdure si puo' procedere alla cottura del cous cous (se avete una vaporiera o una couscousseria tanto meglio): portate a ebollizione una pentola con acqua salata e disponete il cus cus in una casseruola abbastanza larga. Versare l'acqua bollente sul cus cus fino a ricoprirlo e tappare con un coperchio.. dopo qualche minuto riaprite e controllate il cus cus....se è ancora parecchio crudo ed ha assorbito tutta l'acqua versatecene un altro po.. In totale deve riposare 10 minnuti, dopodichè va scolato (se c'è ancora acqua non assorbita). Sciogliere nel microonde il burro (o nel forno se state ancora cuocendo le verdure), ungere con un dito uno stampino da forno e riempirlo con il cus cus.. coprirlo con la stagnola e metterlo a cuocere per una 20ina di minuti nel forno con le verdure a 180°. Cercate di far tornare i tempi..

servite il cus cus diradato con una forchetta (o inserito dentro un impiattatore) con le verdure e il sughetto.

mercoledì, marzo 28, 2007

Cous Cous



Cous Cous: o cus cus (in italia) è una pietanza a base di farina di semola molto diffusa nella cultura culinaria nel nord Africa. Le prime testimonianze scritte circa l'esistenza di tale pietanze risalgono al XIII secolo nel mondo arabo, mentre in quello cattolico se ne ha notizie solo dal 1600 dc. La rapida diffusione di questo tipo di cibo nel continente africano ha trasformato il cous cous in piatto "tipico" e "identificativo" di tali zone (come la pasta per l'Italia) che col passar del tempo si è legato anche alla cultura religiosa delle popolazioni (nomadi e non) che le popolano. Il cous cous (del diametro di un millimetro o più (dipende dalla zona)) è costituito da piccoli grani di semola che, secondo tradizione, vengono cotti a vapore ed utilizzati come accompagnamento per condimenti a base di verdure o carne. La sua diffusione nel mondo occidentale è stata rapida, tanto che in alcune zone (vedi Sicilia) il cous cous è diventato un piatto della tradizione culinaria. In Nord America è addirittura nata una setta i cui sforzi sono votati alla protezione e conservazione del Cous Cous (di cui tra l'altro credono di essere inventori). Questa setta, che vanta molti seguaci negli stati USA meridionali si chiama appunto "Cous Cous Clan" ed i suoi adepti sono soliti riunirsi segretamente la notte, incappucciati, per fare delle vere e proprie celebrazioni con tanto di spuntino e grigliata. Il famoso cappuccio bianco a forma di cono caratteristico è, come molti ignorano, un cappello da chef avveneristico di cui i soci della setta fanno sfoggio e blasone durante le cerimonie. Spesso bollati come integralisti, si racconta che non molto tempo fa bruciassero vivi i consumatori di pastasciutta.

Bene Bene ho deciso di affiliare questo blog alla succitata setta per farne il suo punto di riferimento in Italia. Capirete l'emozione che provo in questo momento dopo anni e anni di riunioni clandestine (rigorosamente incappucciati), retate della polizia e boicottaggio da parte della Barilla: finalmente usciamo allo scoperto... Aspettatevi dunque qualche ricettina esplosiva a base di cous cous... (per le ricette al napalm e plutonio bisogna aspettare che blogger non le consideri come un contenuto "inadatto")
Tutti gli smaniosi che bramano l'affiliazione a tale gruppo devono seguire il pentagramma delle regole d'oro del buon membro (insomma questa roba qui sotto):

1) riciclare l'immagine del marchio (qui in fondo nella barra a destra) e inserirla dove più gli piace (preferibilmente fuori dai propri pantaloni)...

2) munirsi di un cappuccio bianco a forma di cono da esibire senza vergogna e con orgoglio in luoghi pubblici

3) costruirsi (almeno) 1 box gigante pieno di cous cous nella propria dispensa dentro cui immergersi una volta alla settimana (se c'è il trampolino meglio)

4) Possedere una Tjine aerografata con la faccia di benedetto XVI (preferibilmente nella parte inferiore)

5) spedire 1000 lettere anonime alla settimana a Clemente Mastella con la frase "se ne vadii" (questo è facoltativo...)

detto questo sono aperte le campagne di affiliazione....

AGGIORNAMENTO: facendo una ricerca su google mi sono accorto or ora che esiste già una associazione omonima the cous cous clan. Il fondatore si chiama Chef Kumale (enogastronautagiornalistaetcetc...), ha una rubrica sul venerdi di repubblia e cura numerose attività "culino-divulgative" (ma si dice così???)... un vero e proprio caso di omonimia (anche se la mia associazione manca di un "The")....qualcuno si azzarderebbe a parlare di plagio... staremo a vedere chi l'avrà vinta. Io dal canto mio ho già schierati i miei avvocati (e un paio di cecchini difronte a casa sua)... vediamo chi la spunta!